Vini e Cantine

Cascina Castlet tra Barbera e Moscato

Scritto da lesaucier
La Cascina Castlet è situata sulle colline astigiane, nel cuore della zona di produzione del Barbera e del Moscato, ad un altitudine di circa 300 metri s.l.m.
Nei vigneti , che hanno una superficie di circa 23 ettari, vengono coltivate le due varietà tradizionali Barbera e Moscato oltre ad una piccola produzione di Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Uvalino ( antico vitigno autoctono da noi riscoperto).
La lavorazione dei vigneti è principalmente manuale ( potature, operazioni in verde e vendemmia vengono eseguite manualmente) la lavorazione del terreno prevede l’inerbimento e la sfalciatura periodica delle erbe spontanee. La lotta alle patologie della vite viene condotta secondo i criteri della “ Lotta guidata”
La composizione dei terreni è di natura argillosa calcarea.
La Cascina Castlet appartiene da generazioni alla famiglia Borio, con Maria Borio, che dagli anni 70 prosegue la tradizione di famiglia, l’Azienda si impone grazie ad una gamma di vini ricchi di personalità, nuovi e antichi nello stesso tempo, curati in ogni dettaglio con estrema attenzione e infaticabile dedizione.
 

Un po’ di storia…

 

Che la famiglia Borio sia legata a Costigliole è confermato da una data antichissima, il 13 luglio 1198, quando Guglielmo de’ Burri giurò un patto di fedeltà al Libero Comune. La famiglia aveva una cappella propria nella chiesa parrocchiale, segno di potenza e rispetto e, nel XVII secolo vari documenti attestano dell’importanza acquisita dal gruppo familiare di Borio, imparentatosi con gli Asinari, allora signori di Costigliole, grazie ad un matrimonio tra Giovanni Borio ed Eleonora, figlia di Michele Asinari.
Tradizionalmente famiglia dedita all’attività notarile, tra i Borio si annovera anche qualche artista come Giuseppe Borio, finissimo intagliatore operante nella metà dell’800 cui si deve anche la lavorazione della croce dell’altare maggiore parrocchiale, ma soprattutto appartenevano loro vasti possedimenti terrieri tra i quali spicca quello che ancor oggi è chiamato Bricco dei Borio.
Sempre alla famiglia Borio, in particolare al sacerdote Giovanni si deve il beneficio con cui fu costruita l’antica cappella dedicata a Santo Stefano, in località Loreto, per la quale fu introdotto, per grazia ricevuta, il culto della Madonna di Oropa. In essa si poteva scorgere lo stemma di famiglia: azzurro traversato da una banda d’argento caricata da un leone nero con lingua rossa.
 

I Vigneti

 

Quello che conta non sono i 20 ettari di cui 18 a vigneto, né i programmi di ampliamento per il futuro; quello che conta è la cura di ogni singola pianta, lo studio delle tecniche più antiche realizzate con le analisi più sofisticate e moderne.

Le vigne bisogna camminarle, in autunno, quando l’uva è matura e gonfia di sole, in inverno quando ceppi neri contrastano il candore della neve.
La barbera con il suo grappolo ruvido e il moscato, gentile e profumato come una sirena che chiama. E, da poco, l’uvalino, forte sicuro di sé come chi ha una lunga storia alle spalle che è appena giunta alla luce.
L’erba tra i filari, gli uccelli richiamati dai piccoli rifugi di legno, il terreno argilloso-calcareo, sette o otto gemme per pianta in un classico Guyot, e intorno le colline di Costigliole. Vigne a ritocchino, altre a girapoggio in un disegno che è land art selezionata dalla storia.

 

La Cantina

 
Gli antichi muri di pietra della Cascina proteggono i vini che s’affinano in silenzio e penombra in grandi, scure e tradizionali botti di rovere da 34 ettolitri e in moderne e chiare barriques, giovani e capaci di eleganza.
Altrove, dall’altra parte del cortile, una cantina diversa che rappresenta l’altra anima del vino.
Macchine moderne e sofisticate, linea di imbottigliamento automatizzata, acciaio e pulizia maniacale. Controllo di ogni lavorazione e led che si accendono e spengono quasi per ricordare che l’elettronica si è messa a servizio dell’uomo.
Sopra, in una sorta di attico spoglio una lunga teoria di vassoi d’appassimento per le uve più belle destinate concentrarsi per diventare quel vino raro che una volta si dava in omaggio al prete, al medico e a noi stessi per festeggiare.

 

Barbera d’Asti Passum

 
 
 
Un simbolo, forse un “mandala“, forse un’antica “P”, forse un sole, direttamente serigrafato e cotto sul vetro per rimanere indelebile come il ricordo di questo vino nel tempo. Un segno, simbolo insieme di memorie ancestrali e di assoluta modernità grafica. Il nome richiama alcuni celebri vini dell’antichità ottenuti dalla surmaturazione o dal leggero appassimento delle uve.
La tradizione del Barbera ottenuto da uve passite è antica nell’Astigiano, e veniva riservata ai grappoli migliori.
Cascina Castlèt ne ha fatto il vino bandiera, sia perché ottenuto esclusivamente dal vitigno principe della zona, sia perché le tradizione più antiche permettono interpretazioni estremamente moderne e rivivono ricordando che anche nella tradizione contadina povera esisteva il prodotto elitario.
 
ETICHETTA
Un simbolo, forse un “mandala“, forse un’antica “P”, forse un sole, direttamente serigrafato e cotto sul vetro per rimanere indelebile come il ricordo di questo vino nel tempo.
 
NOME
Richiama alcuni celebri vini dell’antichità ottenuti dalla surmaturazione o dal leggero appassimento delle uve.
 
VITIGNO
E’ il Barbera, antica varietà autoctona dell’Astigiano che sulle ripide colline di questa splendida zona, nelle posizioni più soleggiate dà i suoi frutti migliori.
Le uve destinate alla produzione del Passum, provengono da vecchi vigneti ad elevata densità di impianto la cui produzione media è di circa 60- 65 quintali per ettaro; a seguito della scrupolosa e selezionata raccolta solamente 40-45 quintali sono destinati a questo vino, con una resa di 25-27 ettolitri.
 
VENDEMMIA
Si conclude entro la metà di Ottobre. I grappoli, raccolti a mano e scelti scrupolosamente, sono adagiati in piccole cassette traforate che vengono poi collocate in appositi locali condizionati e molto ventilati.
La durata dell’appassimento varia di anno in anno ed è legata alle condizioni meteorologiche. Durante questa fase, l’enologo effettua frequenti controlli per verificare la conservazione dei grappoli e la concentrazione zuccherina.
 
VINIFICAZIONE
Le uve, pigiate e diraspate, vengono avviate alla fermentazione in vasche di acciaio inox termocondizionate. L’aggiunta di lieviti selezionati, una temperatura costante di circa 25°C. e i frequenti rimontaggi favoriscono una regolare fermentazione alcolica che si protrae a contatto delle bucce per 15-18 giorni. Dopo la svinatura si mantiene il vino nelle condizioni ideali per il completo svolgimento della fermentazione malolattica.
 
AFFINAMENTO E CONSERVAZIONE
La maturazione avviene parte in barriques di rovere francese e parte in botti tradizionali di media capacità. Dopo circa un anno, il vino passa in bottiglia dove continuerà il suo affinamento per almeno sei mesi prima della messa in vendita.
Per le sue straordinarie caratteristiche, se collocato in locali a temperatura costante di 13-15°, questo vino si conserverà per una decina d’anni.
 
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
Colore rosso granato intenso; la sua limpidezza, i suoi riflessi densi e caldi che volgono al rubino, sono sicure promesse di grande ricchezza e di struttura possente.
Bouquet ampio,elegante e molto persistente,con sensazioni di confetture di prugne e ribes.
Sapore austero e caldo che mette in evidenza la sua generosità e robustezza: equilibrio e grande armonia sono esaltati da tannini che volgono al dolce e da una piacevole sapidità. La persistenza aromatica è molto lunga e intensa, propria dei grandi vini da invecchiamento.
 
GRADAZIONE ALCOLICA
14 -14,5% Vol.
 
SERVIZIO E ABBINAMENTO
E’ consigliabile servirlo alla temperatura di 18°C, in grandi bicchieri di cristallo o previa decantazione in caraffa.
E’ considerato un vino da meditazione, ma soprattutto si accosta bene ai grandi piatti di carne della cucina classica e di territorio: ottimo con brasati e selvaggina, ideale con piatti a base di tartufi e con formaggi stagionati.
 

Moscato Passito Avié

 
 
Il colore del moscato e l’oro segnano l’eleganza. La bottiglia di vetro scurissimo, bordolese di piccolo formato, è impreziosita soltanto dall’impronta di una mano femminile serigrafata in oro che simboleggia la manualità con cui si svolgono tutte le delicate operazioni: dalla vendemmia alla cernita scrupolosa dei grappoli più maturi fino all’appassimento e soffice pressatura.
In dialetto astigiano Avié significa veglia ed evoca le lunghe serate invernali che i contadini trascorrevano nel tepore della stalla scambiandosi le loro esperienze e narrando favole ai bambini.
In questo equilibrio tra la semplicità contadina e la rituale raffinatezza dei gesti sta l’eleganza un po’ sofisticata di questo vino da dessert da proporre in momenti di particolare suggestione.
 
ETICHETTA
L’impronta di una mano femminile, serigrafata in oro sulla bottiglia, simboleggia la manualità con cui si svolgono tutte le operazioni più delicate: vendemmia, selezione dei grappoli più maturi, appassimento e pressatura necessarie alla preparazione di questo vino.
 
NOME
In dialetto astigiano “Avié“ significa veglia, ed evoca le lunghe serate invernali che i contadini trascorrevano nel tepore della stalla scambiandosi le loro esperienze e narrando favole ai bambini.
 
VITIGNO
E’ il Moscato bianco del Piemonte, già conosciuto in epoca romana, viene coltivato su terreni collinari molto ben esposti. Ogni ettaro ha una densità di impianto di circa 5.000 ceppi, con una produzione massima di 60 quintali di uva. La pratica dell’appassimento riduce drasticamente la resa in mosto a 25-30 ettolitri.
 
VENDEMMIA
Si effettua verso la metà di Settembre ed i grappoli vengono raccolti a mano e selezionati, adagiati in piccole cassette e sottoposti immediatamente ad appassimento in appositi locali condizionati e molto ventilati. La durata dell’appassimento varia di anno in anno essendo legata alle condizioni meteorologiche.
 
VINIFICAZIONE
Con la pigiatura e la pressatura soffice si ottiene un mosto ricco e denso che viene fatto fermentare in barriques di Allier nuove ove rimane per oltre otto mesi. La lunga permanenza sulle fecce e i frequenti “ batonages “ contribuiscono allo sviluppo e alla esaltazione della sua straordinaria tipicità.
 
AFFINAMENTO E CONSERVAZIONE
Riposa in bottiglia per almeno un anno ed è messo in commercio due anni dopo la vendemmia.
Per la complessità della sua composizione e per la sua grande generosità, se collocato in locali a temperatura costante di 13-15°C, si può conservare per molti anni.
 
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
Colore giallo paglierino intenso, con riflessi volgenti al dorato dopo lunghi anni di affinamento in bottiglia.
Bouquet possente e fragrante,con toni aromatici che ricordano la frutta matura, le albicocche secche,erbe aromatiche,banana,miele e fiori gialli.
Sapore caldo e generoso, la delicata intonazione dolce, unita ad una gradevole freschezza acida, la robustezza, l’armonia e la lunga persistenza aromatica conferiscono a questo raro vino da dessert sensazioni vellutate e grande opulenza.
 
GRADAZIONE ALCOLICA
13 -14% vol.
 
SERVIZIO E ABBINAMENTI
E’ consigliabile servirlo in piccoli calici alla temperatura di 12°C.
Appena deliziosamente dolce, si abbina ai formaggi erborinati e ai caprini stagionati, al fegato d’oca,al patè di fegato e di selvaggina. Adatto ad ogni tipo di dessert e alla piccola pasticceria, ma soprattutto è un grande vino da meditazione.

I Riconoscimenti

 

 

 

CASCINA CASTLET
STRADA CASTELLETTO, 6
COSTIGLIOLE D’ASTI
Tel 0141- 966651 
www.cascinacastlet.com 
info@cascinacastlet.com
 
 

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